La "lucha" per una elettricità europea più equa
A settembre abbiamo iniziato a notare in tutta Europa un forte incremento dei costi dell'elettricità dovuti sia al rapporto "burrascoso" con la Russia (tra i più importanti esportatori mondiali di gas) sia alle norme di contrasto alle emissioni CO2 che si è data la UE. In alcuni Paesi come Spagna e Austria, dove il caro bollette è arrivato a superare i 200 euro per megawattora (MWh), si è anche parlato con una certa insistenza di possibili black out elettrici, ipotizzando così che le interruzioni elettriche, che di solito associamo a un errore tecnico, diventino uno strumento di politica attiva per calmierare i prezzi.
Alla fine di ottobre la Spagna ha inviato alla Commissione europea e agli altri partner dell'UE un documento di proposte per affrontare l'escalation dei prezzi dell'energia in cui propone che in momenti "eccezionali" sia permesso a ciascuno stato di abbandonare l'attuale sistema di prezzi coordinato a livello europeo.
La proposta spagnola, molto articolata, sottolinea che la transizione energetica e la decarbonizzazione saranno possibili solo se i consumatori ne percepiranno i benefici e per questo, assieme alle azioni di contrasto al caro bollette suggerite da Bruxelles e ad alcune azioni autonome come il taglio temporaneo degli extra profitti sulla produzione elettrica che ha beneficiato del costo elevato del gas, comprende anche due punti da attuare come comunità europea:
- Scorporamento dei prezzi: invece del prezzo marginale - dove l'energia più costosa determina il prezzo totale (ed è stato recentemente colpito dall'aumento dei prezzi mondiali del gas), il prezzo dell'elettricità dovrebbe essere ottenuto da un prezzo medio combinando i costi delle energie tradizionali a combustione con quelli delle tecnologie “pulite”. In questo modo, il prezzo dell'elettricità sarebbe più legato al mix di produzione nazionale - i paesi come la Spagna (e l'Italia) a esempio sono grandi importatori di energie tradizionali e produttori di energie rinnovabili - e meno alla volatilità degli approvvigionamenti, così che i consumatori possano usufruire dei benefici di un mix di generazione più economico.
- Prezzo massimo per il gas naturale: fissando un prezzo massimo per questa fonte energetica si genererebbe un impatto positivo sul mercato all'ingrosso, evitando che il prezzo marginale superi i limiti come sta accadendo in questi mesi. Il prezzo massimo sarebbe ancora più efficace se si stabilissero acquisti centralizzati di gas naturale con la creazione di una piattaforma per l'acquisto congiunto di gas che consentirebbe anche di stabilire una riserva strategica di questa risorsa ed evitare speculazioni sulla vendita delle riserve.
Questa proposta è stata fortemente ostacolata da tutti i produttori e distributori di energia elettrica nazionale in Spagna. Il perché è chiaro: nel sistema marginalista, attualmente utilizzato per il mercato elettrico, il prezzo di vendita dell'elettricità è univoco e viene fortemente influenzato dall'energia più costosa - che serve la percentuale di richiesta di elettricità non coperta dalle fonti più economiche ed entra per ultima nel paniere che forma il prezzo. In questo modo il prezzo al quale tutti i produttori vengono pagati è il prezzo offerto dall'ultimo produttore che ha finito di coprire la domanda di energia, e quindi, il più costoso. I margini di guadagno (plusvalenze) dei produttori di altre fonti sono più che soddisfacenti e più alti delle sovvenzioni attualmente elaborate in Europa.
È verosimile che affini interessi abbiano portato a un fredda ricezione della proposta spagnola in UE e in particolare 8 governi si sono detti contrari a qualsiasi modifica del mercato elettrico marginalista che rappresenti un ostacolo alla libertà di mercato che l'attuale sistema permette. D'altro canto alcuni Paesi - fra cui Italia, Francia, Grecia e Romania - sono interessati a esplorare la riforma del mercato energetico proposta dalla Spagna. In questo scisma dove, ancora una volta, si vedono due fazioni di Paesi europei contrastarsi, la Commissione europea sta chiudendo - presumibilmente entro fine anno - il suo piano Fit for 55, un pacchetto legislativo presentato lo scorso luglio che includerà misure volte a ridurre la quota di gas naturale nel mix energetico e a promuovere lo sviluppo dell'idrogeno e in cui potrebbe rientrare l'acquisto centralizzato del gas naturale proposto dalla Spagna.
Il mercato di elettricità in Europa
L'Unione Europea ha il più grande mercato di elettricità del mondo e sta lavorando per ottenere sempre più interconnessioni internazionali tra i Paesi per migliorare l'approvvigionamento e favorire l'integrazione delle energie rinnovabili. In tutta l'UE abbiamo un sistema comune per fissare i prezzi (sistema marginalista) detto Price Coupling of Regions (PCR) basato sull'algoritmo EUPHEMIA che calcola il prezzo dell'elettricità in sincronia tra i 15 mercati europei dell'elettricità. Il PCR è composto da produttori e commercianti di elettricità e da consumatori qualificati di elettricità. Questi agenti stabiliscono il prezzo dell'energia per ogni ora del giorno in base alla domanda e all'offerta presenti su base giornaliera in riferimento al giorno precedente.
Ogni paese ha un proprio operatore nazionale che fa da intermediario tra il mercato interno e quello europeo - in Spagna per esempio il PCR di elettricità è gestito da OMIE (Operador del Mercado Ibérico de Energía), che è l'operatore del mercato dell'elettricità designato dall'UE per gestire il mercato giornaliero e infragiornaliero dell'elettricità in tutta la penisola iberica. Nel mercato day-ahead, i generatori presentano le loro offerte (minimo 0,00 €/MWh fino a un massimo di 180,00 €/MWh) a OMIE, che le riceve e le ordina. Poiché le offerte sono fatte da produttori di diverse energie - eolica, solare, carbone, ecc - OMIE genera un prezzo corrispondente per ogni tipologia di fonte. Poi incrocia le informazioni con la domanda e invia i dati all’algoritmo per stabilire il prezzo dell'elettricità per il giorno successivo. C'è anche il mercato intraday, con 6 sessioni durante la giornata, che funziona allo stesso modo del precedente.
L'energia venduta nel pool di elettricità proviene principalmente dai seguenti tre tipi:
- energia rinnovabile (eolica, solare e idroelettrica);
- centrali nucleari;
- centrali termiche basate su combustibili fossili (gas o carbone).
Come detto, il prezzo al quale i produttori vengono pagati è il prezzo offerto dall'ultimo produttore che ha finito di coprire la domanda di energia nazionale, di solito con fonti importate e, quindi, più costoso.
La strategia elettrica attuale è funzionale ad avere il massimo vantaggio dalle fonti energetiche tradizionali sia interne all'Europa che d'importazione. Questa però è una strategia obsoleta e che volente o nolente dovrà essere modificata se si vuole davvero attuare una transizione energetica efficace e duratura nel lungo periodo. L'energia elettrica sarà predominante nel nostro futuro prossimo sia per il funzionamento di apparati nelle case e nelle imprese, per la nostra socialità online ma anche per la mobilità e la socialità "live". Perciò la proposta spagnola che mira a modificare il funzionamento del mercato energetico "all'ingrosso", dando maggiore peso al prezzo delle energie pulite e delle rinnovabili, è un interessante sentiero di cambio di strategia che l'Europa - carente di fonti naturali da estrazione - dovrà decidersi a percorrere per innovarsi e per non far ricadere il peso della sua inerzia sui consumatori finali.
Che la transizione ecologica fosse necessaria e che avesse dei costi, lo sapevamo tutti. Quello che forse si pensava è che questi costi sarebbero ricaduti sulle future generazioni e per questo la politica del breve periodo, quella che percepisce il tempo solo come spazio elettorale, ha evitato di pensare a sistemi di protezione delle classi subalterne. Ma oggi ci troviamo di fronte all'evidenza che "le crisi ecologiche impattano sui prezzi relativi del sistema in un modo che, pressoché inesorabilmente, colpisce in misura preponderante le classi subalterne" (Emiliano Brancaccio, Non sarà un pranzo di gala. Crisi, catastrofe, rivoluzione, 2020).
Elettricità, acqua, cibo: l'aumento esponenziale di beni primari mina la sussistenza di una parte sempre più ampia della società europea. Riuscire a porre il consumatore finale al centro delle proposte politiche significherà saper tutelare questa parte della società.