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Riceviamo da Luigi Randaccio e volentieri pubblichiamo I predicatori della new economy, per esortare a consumare il prodotto locale, decisero di riassumerne in una sola parola tutti gli indiscutibili pregi mediante un semplice trucchetto grammaticale, ovvero tra tutti gli aggettivi possibili ne individuarono semplicemente uno: l’aggettivo possessivo “nostro”, che con un piccolo salto di logica divenne “nostrano”, magica parola che lo trasforma in un aggettivo qualificativo, implicando così non solo una rassicurante vicinanza del territorio, una garanzia, ma anche un vero atto di fede. Nulla di male, più che giusto nobilitare i prodotti del luogo, ma questi devono essere migliori di quelli d’importazione, non solo a parole e soprattutto avere un giusto rapporto qualità/prezzo. Il consumo locale dovrebbe costare meno perché ci dovrebbero essere meno costi di intermediazione, meno costi di trasporto e meno mistificazioni. Il costo della furbite Da sempre però, c’è chi per vendere prodotti...